Il mattino del 6 agosto 1945 alle ore 8:15 l’aeronautica militare statunitense sganciò la bomba atomica “Little Boy” sulla città giapponese di Hiroshima.
Il numero di vittime dirette è stimato da 100 000 a 200 000, quasi esclusivamente civili.
Per la gravità dei danni diretti e indiretti causati dagli ordigni e per le implicazioni etiche comportate dall’utilizzo di un’arma di distruzione di massa, si è trattato del primo e unico, insieme a quello di Nagasaki solo tre giorni dopo, utilizzo in guerra di tali armi.
L’annuncio dell’allora Presidente USA, ahimè democratico, Harry Truman fu:”
«Il mondo sappia che la prima bomba atomica è stata sganciata su Hiroshima, una base militare. Abbiamo vinto la gara per la scoperta dell’atomica contro i tedeschi.
L’abbiamo usata per abbreviare l’agonia della guerra, per risparmiare la vita di migliaia e migliaia di giovani americani, e continueremo a usarla sino alla completa distruzione del potenziale bellico giapponese».
In realtà fu un puro calcolo economico, il Giappone stava già cedendo, ma per la conformazione della nazione, gli americani dovevano conquistare isola per isola quindi il costo, e non solo in termini di vite umane, sarebbe stato enorme.
Da qui la tragica decisione che portò l’immediata ed incondizionata resa del Giappone.